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Led Zeppelin II (1969)

Point of View

Mettete il disco sul piatto del giradischi e fatelo girare. Vi basteranno pochi secondi per riconoscere il riff che ha scritto la storia della musica Rock. E' un verso sporco e graffiante quello partorito dalla chitarra di Jimmy Page. Il verso accattivante e spietato di un animale che ti attrae a sè, per poi tenerti per la gola. Ed ecco che presto irrompe la voce di Plant. Il suo grido prende il sopravvento. E il messaggio è inequivocabile: Whole Lotta Love!

Recensione

Se dal punto di vista contenutistico ed espressivo, la canzone è uno schiaffo in faccia alla cultura perbenista e benpensante degli anni 60, già messa a dura prova dalla rivoluzione del '68 e dall'esperienza di Woodstock, dal punto di vista musicale e artistico, il pezzo rappresenta una delle massime espressioni dell'Hard Rock di tutti i tempi. Il prorompente riff iniziale, scaturito dalla Gibson Sunburst Les Paul Standard classe 1958, è da molti considerato addirittura il punto d'origine dell'heavy metal britannico. Di certo Whola Lotta Love è una scarica elettrica senza precedenti, un viaggio inedito nell'eros più esplicito tradotto in formato musicale. Il culmine viene raggiunto nella torbida e sensuale sezione centrale del pezzo (chiamata anche "orgasm section"), in cui i gemiti di Robert Plant si fanno strada nella giungla di effetti sonori creata da Page. Dopo questa parentesi sonora, il pezzo riprende brutalmente il ritmo frenetico con un potente solo di Page, strutturato in sei fraseggi e cadenzato dalla sapiente batteria di John Bonham.

"Way down inside... woman... You need... Love": è ancora il grido di Plant a chiudere la canzone. Un grido solitario accompagnato soltanto da un curioso effetto nel quale il suono dell'eco prodotto dalla voce sembra paradossalmente anticipare la voce stessa. Un artificio insolito e inaspettato, che lascia l'incauto ascoltatore letteralmente a bocca aperta! A tal proposito, mi piace ricordare come le menti più perverse e maliziose abbiano voluto vedere in tutto ciò il tocco del maligno, puntando il dito e sentenziando svariate accuse di satanismo. Non che Plant e compagni siano stati del tutto estranei all'interesse per tematiche quali il magico e l'occulto ma, a onor del vero, è bene ricordare che nel mondo artistico, e soprattutto in quello degli anni '70, la magia della musica rock era costantemente alimentata dall'abuso di alcool, acidi, allucinogeni e droghe di vario genere, che spesso e volentieri fungevano da "muse ispiratrici" per musicisti (e non). Tutto ciò per dire che, in quegl'anni, la cultura della sregolatezza, adottata come stile di vita e spinta all'eccesso, assotigliava già di per sè il confine tra genio/arte e paranoia/pazzia, senza il bisogno -a mio parere- di scomodare forze soprannaturali. Lasciamoci quindi alle spalle chiacchiere inutili e futili accuse e godiamoci il meglio che rimane di quei magnifici anni: la musica! E allora... Rock n Roll, my friends!

Led Zeppelin II non è solo Whola Lotta Love, certo . Lascio quindi a voi il compito di apprezzare le altre tracce di un disco che, dai più, viene definito un capolavoro della musica Rock degli anni 70 e un esempio magistrale per le band a venire.

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