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Black Sabbath - Paranoid (1970)

Point of View

Anni fa, quando già ascoltavo Metallica, Iron Maiden, Judas Priest e altri svariati "classici" del metal, mi è stato detto che un appassionato di musica dura non può non aver mai ascoltato "Paranoid". Così ho scoperto i Black Sabbath, padri del metal più oscuro, pù gotico, più "death".

Recensione

Seppure la loro musica non possa essere considerata "metal", il loro rock ha dato una importante svolta al percorso del genere, sradicandolo definitivamente dalle sue origini blues. La canzone "Paranoid", dall'album omonimo, ne è l'emblema. Dopo il riff iniziale, "storico" per la musica rock, la canzone si avventura in un ritmo veloce e incalzante accompagnato dalla voce doom del cantante Ozzy Osbourne.

Andando all'esplorazione delle altre canzoni, l'album "Paranoid" è comunque privo dei riferimenti satanici, caratteristici del percorso musicale del gruppo. Le tematiche affrontate prendono spunto invece dall'attualità e da situazioni più contingenti. Lo scetticismo diffuso in America verso la guerra in Vietnam e le visioni fantascentifiche originate dalle recenti scoperte spaziali. Le problematiche della guerra, le della morte, e in genere le fobie dell'uomo verso l'ignoto fanno qui da contorno ad un rock innovativo, sperimentale, ai massimi livelli espressivi.

"War Pigs" (letteralmente: "i porchi della guerra") muove una critca verso i "signori della guerra" che decidono a tavolino la sorte di migliaia di persone (...) La tematica bellica sarà ripresa dai più svariati gruppi rock posteriori ai Sabbath: "For whom the bells tools" dei Metallica, "The Trooper" dei Maiden, "Holy Wars" dei Megadeath solo per citare qualche esempio. A livello musicale la canzone "War Pigs" è molto articolata: da un ritmo lento e doom prendono corpo dei ritmi sempre più frenetici e accelerati. Grandi i "solo" di Tony Iommi!

Interessante anche "Planet Caravan" dove la voce di Ozzy, qui insolitamente calda e accompagnata da un effetto roteante, crea un'atmosfera onirica e psicadelica.

La canzone più hard dell'album è "Iron Man" che affronta le paure e le incognite delle recenti esplorazioni spaziali: è del 1969 infatti il primo sbarco dell'uomo sulla luna. L'apertura della canzone, scandita dal ritmo cadenzato della batteria, costituisce uno dei risultati più entusiasmanti della musica rock.

"Electric Funeral" è appunto un funerale elettrico: è questo il capitolo "doom" dell'album: giusto per non perdere di vista il tema chiave della produzione sabattiana: il "vivere morendo".

"Fairies Wear Boots" trae spunto invece dalla quotidianità (di Ozzy!!!): la canzone racconta la storia di un uomo che, in preda ad allucinazioni, vede fuori dalla finestra una fata con gli stivali che balla con uno gnomo... Con grande ironia, la vicenda si conclude con una visita al medico, il quale sentenzia: "Son, son you've gone too far... 'cause smoking and tripping is all that you do". E Ozzy non può che rispondere alla sua maniera: "Yeah"!

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